Uno studio antropologico e di costume, una ricerca fotografica sulle architetture urbane e una riflessione artistica su un evento storico convergono nel libro che Giovanna Silva ha creato per il Museo Madre. Silva si muove all'interno di tutti questi diversi ambiti e il risultato è maggiore della somma delle sue parti costituenti. Con una profonda comprensione della pianificazione urbana napoletana e del suo contesto storico, l'artista ha attraversato incansabilmente la città, ritraendola con un approccio composto che è meno incline a celebrare l'eccesso o incidenti isolati. Ciò che Silva ha scelto di mostrare ruota principalmente attorno al concetto di accumulo: la quantità di forme decorative entusiaste che hanno trasformato il paesaggio cromatico di Napoli nel suo complesso, l'horror vacui. I suoi scatti, realizzati durante i giorni di celebrazione più vivaci e intensi, non addolciscono il presente e il futuro dei luoghi raffigurati, né li addomesticano in stereotipi.